Non trascorre giorno che sui giornali non si sviluppino polemiche sui trattamenti (vitalizi) percepiti dai Parlamentari, o dai Consiglieri regionali. Questo sia per gli importi mensili e l’età di erogazione, sia per gli anni di attività.
In questi giorni le polemiche si sollevano per le misure adottate relative ai consiglieri provinciali e regionali del Trentino-Alto Adige, oppure per l’età (cinquant’anni e anche meno) nel Lazio e in Sardegna. Vari sono gli interventi fatti dalle Regioni, uno diverso dall’altro, che non realizzano equità ed uniformità di trattamento; così è pure per le misure adottate a vantaggio dei parlamentari.
Perchè non adottare, approvare, da parte del Parlamento un provvedimento (una legge) di carattere nazionale che fissi norme uniformi relative ai trattamento previdenziali – per gli eletti – o nominati in tutte le Istituzioni del Paese: dal Governo al Parlamento, dalle Regioni agli altri Enti, come si è fatto in questi anni per i lavoratori privati e pubblici con l’accorpamento dei vari fondi pensione presso l’Inps?
Occorre istituire presso l’Inps un Fondo pensioni per gli Eletti e per gli Amministratori di tutte le Istituzioni . Come appunto avviene per gli operai e per gli impiegati privati e pubblici, le Istituzioni possono trattenere mensilmente una quota dall’indennità erogata e versare al Fondo Inps il contributo previdenziale (con la stessa percentuale che si applica ai lavoratori). Questa norma si potrebbe applicare al Presidente del Consiglio, ai Parlamentari, ai Consiglieri regionali, nessuno escluso.
I contributi versati per gli anni esercitati nei vari ruoli e funzioni costituirebbero parte del monte contributivo dei singoli soggetti, che sarà totalizzato con i contributi previdenziali versati precedentemente e successivamente all’attività istituzionale, al fine del calcolo – con il sistema contributivo – del valore della pensione da erogare quando il soggetto avrà raggiunto l’età fissata per il diritto alla pensione.
In altre parole, per tutti i rappresentanti delle Istituzioni andrebbero applicate le stesse norme che si attuano per i lavoratori: percentuale (%) dei contributi mensili; criteri e regole di calcolo della pensione; età di maturazione del diritto alla pensione; regole di totalizzazione dei contributi.
Questa soluzione renderebbe trasparenti i trattamenti previdenziali per i rappresentanti dei cittadini (eletti o nominati nelle Istituzioni) dal Presidente del Consiglio all’ultimo Assessore o Consigliere comunale e si porrebbe fine a trattamenti ingiustificati. E’ importante a mio parere, come da anni sostengo, adattare misure legislative che pongano fine ad ogni abuso , alla mancanza di equità e trasparenza.
Bisogna sollecitare i Parlamentari a presentare una proposta di legge a tale riguardo (un Fondo Previdenziale presso l’Inps dei rappresentanti delle Istituzioni) e al contempo incalzare il Governo affinchè operi per una rapida approvazione e attuazione di tale normativa.
Sesto San Giovanni, 25 Settembre 2014
Antonio Pizzinato