70° anniversario della strage di Piazzale Loreto

 

Ricordate unitariamente le 15 vittime

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Piazzale Loreto, 10 agosto 2014

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Piazzale Loreto, 10 agosto 1944

 

 

 

 

 

 

Il video del 10 agosto 2014 : https://www.youtube.com/watch?v=vwWByHwXNjk

“Far vivere la memoria, per costruire il futuro”: questo lo spirito con cui il 10 agosto scorso unitariamente si è celebrato a Milano in piazzale Loreto il settantesimo anniversario della strage nazifascista perpetrata lo stesso giorno, nel 1944.

Commoventi ricordi dei 15 martiri sono stati espressi sia negli interventi pronunciati nella cerimonia del mattino che nella manifestazione serale. Entrambi i momenti hanno visto la partecipazione e l’intervento unitario delle istituzioni (Regione, Provincia e decine di comuni), associazioni partigiane (ANPI, FIAP, APC), del “Comitato permanente antifascista contro il terrorismo e per la difesa dell’ordine repubblicato”, di migliaia di cittadini, ex partigiani, ex deportati e familiari delle vittime.

Il 10 agosto del 1944 non erano ancora le sei del mattino quando i fascisti della legione Ettore Muti, su ordine del comando nazista milanese delle SS fucilarono Antonio Bravin, Giulio Casiraghi, Renzo Del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fiorani, Umberto Fogagnolo, Giovanni Galimberti, Vittorio Gasparini, Emilio Mastrodomenico, Angelo Poletti, Salvatore Principato, Andrea Ragni, Eraldo Sancini, Libero Temolo, Vitale Vertemati. Partigiani, antifascisti prelevati dal carcere di San Vittore, ai quali avevano comunicato la sera precedente che sarebbero stati trasportati a Bergamo per essere poi inviati al lavoro in Germania. Tanto è vero che nel registro di San Vittore scrissero “Partiti per Bergamo”.

Essi non avevano avuto nessuna possibilità di verifica, ma contrariamente a quanto comunicato dal comando del maresciallo Kesselring arrivati in piazzale Loreto furono fatti scendere dai camion e passati per le armi. Erano le 5,45. I cadaveri vennero ammucchiati su un lato della piazza. Le quindici vittime non avevano nessuna colpa se non quella di essere partigiani, antifascisti, impegnati in iniziative contro la guerra, per la riconquista della libertà, e protagonisti dei grandi scioperi nelle fabbriche e dei Gap dei quartieri.

La scelta del luogo e dell’orario del barbaro eccidio non fu casuale. Piazzale Loreto, ieri come oggi, era il luogo di incrocio delle principali arterie cittadine dalle quali transitavano, decine di migliaia di lavoratori per recarsi al lavoro. La vista delle vittime fucilate e abbandonate sulla piazza per tutto il giorno, senza pietà, doveva servire come monito per i lavoratori e i cittadini.

La selezione delle vittime designate era stata compiuta scegliendo fra i detenuti politici antifascisti e partigiani, tra i lavoratori delle grandi fabbriche Pirelli, Ercole Marelli, Falck, Borletti, Isotta Fraschini, tra gli organizzatori degli scioperi del 1943 e 1944, nonché fra insegnanti commercianti, artigiani nonché gli organizzatori dei Gap – Gruppi di azione partigiana – provenienti dalle varie formazioni partigiane (brigate Garibaldi, Matteotti, Giustizie e Libertà, ecc.).

Nel volume “Alle fronde dei salici”, nuovamente pubblicato e disponibile sul sito http://anpimilano.com sono ampiamente documentati i vari aspetti della strage, le iniziative e le lotte di cui furono protagonisti i 15 martiri.

L’importanza e il ruolo politico avuto dagli scioperi del marzo 1943 – 1944, il 9 marzo del 1944 viene chiaramente sottolineato in prima pagina dal New York Times: fra l’altro si afferma “Non è mai avvenuto nulla di simile nell’Europa occupata che possa assomigliare alla rivolta degli operai italiani. E’ un fatto impressionante che gli italiani, disarmati come sono, sanno combattere con coraggio e audacia, quando hanno una causa per cui combattere”.

Dobbiamo far vivere la memoria, alimentare la consapevolezza del significato storico dei vari movimenti della Lotta di Liberazione. Ma dobbiamo anche rendere giustizia per tutte le stragi compiute dai nazisti in Italia, compito che in questi 70 anni non è ancora stato possibile attuare. In particolare è doveroso ricordare le 695 stragi con migliaia di vittime tra partigiani, antifascisti, ma anche semplici civili, donne e bambini. La documentazione a riguardo, raccolta dai servizi militari alleati è stata sino al 1994 nascosta “nell’armadio della vergogna” a Palazzo Cesi, presso la sede della Procura generale militare italiana. E in questo modo non si è consentito di accertare la verità in tempo utile per colpire o punire i responsabili, risarcire le vittime. E ancora recentemente vi è stata una sentenza del tribunale tedesco che ha di fatto escluso ulteriori procedure processuali.

Queste tematiche furono al centro di un’inchiesta parlamentare nonché, in più legislature, di varie proposte di legge mai portate alla conclusione dell’esame e all’approvazione. Proprio sulle problematiche della mancata giustizia e risarcimento ai familiari si è svolto il 13 giugno scorso a Milano un convegno dal tema “Il tempo della storia e il tempo della pietà”. (Gli atti del convegno sono in fase di pubblicazione”).

L’unità e pluralità della partecipazione alle manifestazioni del 10 agosto di migliaia di cittadini e di decine e decine di gonfaloni delle istituzioni due delle quali – Milano e Sesto San Giovanni – decorate di medaglia d’oro al valor militare per il ruolo avuto nella lotta di Liberazione, il pluralismo politico sociale e culturale dei partecipanti, testimoniano la volontà condivisa di far vivere la memoria per costruire il futuro. Questo non solo con una semplice cerimonia per onorare i caduti, ma rendendo esplicito l’impegno per una nuova stagione di mobilitazione a sostegno dei valori della Resistenza implementati nella Costituzione, per sconfiggere i rigurgiti neonazisti, attuare la Costituzione, per radicare ed estendere sempre più la partecipazione dei cittadini alla vita democratica del Paese.

Antonio Pizzinato, agosto 2014

Il video del 10 agosto 2014 : https://www.youtube.com/watch?v=vwWByHwXNjk