
Dopo che la Corte di Cassazione, lo scorso 19 novembre, ha annullato la condanna a 18 anni di Ernest Schmidheimy , titolare Eternit, per la strage (oltre 3.000 vittime) causata dall’amianto a Casale Monferrato considerandola prescritta, vi sono state un’infinità di dichiarazioni a partire da quelle del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sull’urgenza di adottare provvedimenti per rendere giustizia alle vittime ed eliminare l’amianto. Purtroppo, non erano passati che pochi giorni quando la Camera ha respinto le proposte di emendamenti presentati dai deputati alla legge di stabilità – la finanziaria 2015 – emendamenti riguardanti i finanziamenti del “Piano nazionale amianto” relativo all’eliminazione di milioni di tonnellate della fibra killer ancora presenti in Italia, la bonifica degli stabili pubblici e privati e delle fabbriche dismesse, la tutela della salute, il risarcimento alle vittime e ai familiari.
Una vergogna: dopo 22 anni (1992) dall’approvazione della Legge che vieta l’uso e la lavorazione dell’amianto e prevede la bonifica dell’intero paese, il governo respinge le proposte difinanziamento delle misure per realizzare tali obbiettivi. Un esempio degli effetti drammatici che determina la lavorazione – ma anche la sola presenza – dell’amianto è quanto accaduto in provincia di Messina, alla SACELIT di San Filippo di Melo.Questa fabbrica ha lavorato l’amianto e, dal 1956 al 1993, ha occupato 220 dipendenti. Ebbene, con l’ultimo decesso, avvenuto nei giorni scorsi, la maggioranza di quei lavoratori (121) sono deceduti a causa dell’amianto . ( Vedi allegato 1 Comitato Amianto del 1 dicembre 2014). Del resto in tutta Italia aumentano le morti causate dall’amianto, per mesotelioma o malattie correlate.E in tutta Italia – presso i diversi Tribunali – sono in svolgimento numerosissimi processi: per citarne soltanto alcuni, dalla Fibronit di Broni (PV), alla Pirelli Bicocca (MI), dalla Tosi di Legnano al Teatro alla Scala (MI);il 3 dicembre, presso il Tribunale di Milano, si è svolta l’udienza del processo a 10 dirigenti della Breda Termomeccanica di Sesto San Giovanni, riguardante la morte di 11 lavoratori (vedi Comunicato allegato 2). Da tutto ciò risulta evidente l’urgenza con cui il Governo deve adottare le misure necessarie per superare questa drammatica situazione che si aggrava continuamente per l’aumento delle morti causatedall’amianto. In particolare: 1) deve operare per modificare la Legge sulla prescrizione dei crimini per disastro e strage ambientale; 2) deve accolgliere gli emendamenti ripresentati al Senato alla Legge di stabilità, riguardanti i finanziamenti per le bonifiche, l’eliminazione dell’amianto e la tutela della salute. L’esame della Legge, in Commissione al Senato, inizierà il 9 dicembre e sarà posta in approvazione in Aula entro il 20 dicembre, per poi tornare alla Camera per l’approvazione definitiva. Il Governo Renzi, non trovi scuse o pretesti, ma operi concretamente per approvare le misure entro la fine dell’anno e per realizzare l’obbiettivo ZERO AMIANTO IN ITALIA.
Antonio Pizzinato, 7 dicembre 2014
N° 2 allegati:
allegato 1
Sacelit di San Filippo del Mela
Le fibre del killer amianto
colpiscono continuamente e inesorabilmente
Lunedì 1 dicembre 2014, a distanza di pochi giorni dal decesso di Gitto Giuseppe, dopo moltissimi anni di sofferenze, ci lascia un altro collega di lavoro, all’età di soli 74 anni, Santo Cambria. Santo ha lavorato alla Sacelit di San Filippo del Mela, per circa 28 anni, con le mansioni di addetto alla macchina formatrice lastre piane e alla produzione di canne quadrangolari, serbatoi per acqua e pezzi speciali. A Santo il 12/02/1973, dall’Inail di Milazzo era stata riconosciuta la malattia professionale per la seguente diagnosi: SILICOSI POLMONARE. Patologia che nulla ha che vedere con l’esposizione alle fibre di amianto. Con il passare degli anni, continua ad aggravarsi con insufficienza respiratoria, Broncopatia Cronica ostruttiva, Ispessimenti della Pleura Parietale destra e sinistra. In questi ultimi anni le sue sofferenze sono piano, piano aumentate, fino a dovere combattete con un carcinoma polmonare con metastasi diffusa, insufficienza respiratoria che con atroce sofferenze inesorabilmente lo hanno condotto alla morte, senza alcuna possibilità curativa. Con Santo, il numero dei decessi alla Sacelit di San Filippo del Mela, industria che dal 1956 al 1993 ha prodotto materiale in amianto-cemento, raggiunge quota 121 su un totale di 220 ex dipendenti. Eppure siamo stati e siamo, ancora oggi, unitamente ai nostri familiari, sottoposti a Sorveglianza Sanitaria dall’ASP 5 di Messina, mentre la Legge Regionale della Sicilia rimane ferma, il Piano Nazionale Bloccato da alcuni Ministri e le persone continuano a morire. Adesso chi sarà il prossimo tra coloro che ancora, oggi, siamo in vita con il dubbio quotidiano e le sofferenze che ci portiamo a dovere lasciare questa vita terrena? Quanto tempo dovrà, ancora passare prima che sia operativo il Piano nazionale Amianto? Quanto tempo dovremo attendere per potere avere la mappatura dei prodotti esistenti in tutta la Sicilia? Quanto affinché venga applicata la Sorveglianza Sanitaria a tutti gli ex esposti? Quanto affinché venga riconosciuta l’esposizione all’amianto nella ex Società Pirelli di Villafranca Tirrena, ove i decessi sono circa 400?
Il Presidente
Salvatore Nania
Giammoro li 01/12/2014
allegato 2
COMUNICATO STAMPA
Breda Termomeccanica – Milano
Amianto: nel processo contro 10 dirigenti della BredaTermomeccanica di Milano imputati della morte per amianto di 11 lavoratori e lesioni gravissime di uno ancora vivo, chiamati in causa come responsabili civili anche Ansaldo Energia e Finmeccanica Si è svolta il 3 dicembre (con la partecipazione di numerosi famigliari dei lavoratori morti e la presenza del nostro Comitato), l’udienza che doveva decidere sulla richiesta degli avvocati di parte civile di citare nel processo come responsabili civili anche le aziende Ansaldo Energia SpA e Finmeccanica SpA, che nei vari passaggi societari hanno incorporato la BredaTermomeccanica. L’avvocato di Finmeccanica ha contestato la chiamata in causa della società da lui difesa sostenendo che non era mai successo che fossero chiamati in solido due responsabili civili, contestando anche i capi d’imputazione del P.M. dott. Nicola Balice contro i dirigenti della BredaTermomeccanica imputati di omicidio colposo e lesioni gravissime, tesi fatta propria anche dal difensore di Ansaldo Energia. Subito dopo c’è stata la replica dell’avvocata Laura Mara (difensore dei famigliari dei lavoratori morti, di Medicina Democratica, dell’Associazione Italiana Esposti amianto e del Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio) che, documentando in aula i vari passaggi di proprietà documentati dalla Camera di Commercio, ha evidenziato e dimostrato la responsabilità civile delle due aziende. All’avv. Mara si sono associati tutti gli avvocati delle altre parti civili, FIOM-CGIL, INAIL e Regione Lombardia. Dopo la Camera di Consiglio il Giudice Dr.ssa Anna Introini, Presidente della 9° Sezione Penale del Tribunale di Milano, ha respinto tutte le argomentazioni degli avvocati di Ansaldo e Finmeccanica citando in giudizio le due società in solido come responsabili civili. Intanto mentre i processi continuano nel tentativo di ottenere almeno un po’ di giustizia, per quanto tardiva, gli ex lavoratori continuano a morire. Qualche settimana fa è morto un altro ex lavoratore della BredaTermomeccanica di Viale Sarca 336 a Milano per mesotelioma pleurico. Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio Milano 3 dicembre 2014 e-mail: cip.mi@tiscali.it web: http://comitatodifesasalutessg.jimdo.com per contatti 335 7850799