TRIBUNALE DI MILANO: ASSOLTI GLI EX DIRIGENTI DELLA CENTRALE ENEL
I COMUNICATI STAMPA / UN RICORDO DI OSCAR MISIN, UNA DELLE OTTO VITTIME COLPITE DAL MESOTELIOMA / GLI ARTICOLI DEL CORRIERE DELLA SERA
Nell’udienza del 28 febbraio 2015, il Tribunale di Milano,ha emesso una sentenza che assolve i dirigenti della Centrale ENEL di Turbigo (MI)
per la morte di 8 lavoratori colpiti da mesotelioma, causato dalla esposizione ad amianto (manutenzione,ecc).
“Una vergogna, uno schiaffo alla memoria di chi non c’è più e a noi parenti. E’ stata negata l’evidenza. Ma continueremo a lottare….”, ha affermato Chiara Misin, figlia di Oscar Misin,uno degli otto operai morti a causa dell’amianto che lavoravano alla Centrale.
Dopo la sentenza della Corte di Cassazione, pronunciata a Roma lo scorso novembre 2014, che annullò la sentenza di condanna dei dirigenti svizzeri dell’Eternit per la morte causata dall’amianto degli stabilimenti di Casale Monferrato e Bagnoli, e dopo altre, precedenti sentenze negative, siamo in presenza di un nuovo atto di ingiustizia. Un’ingiustizia oggettiva nei confronti dei lavoratori morti per mesotelioma, conseguenza dell’esposizione nei luoghi di lavoro all’amianto, la fibra killer che causa migliaia di morti: in Italia stiamo andando verso il picco di 5.000 decessi all’anno.
Come sottolineano i Comunicati (vedi allegati) di Milano e di Paderno Dugnano, bisogna riprare al torto subito dalle vittime dell’amianto e dai loro familiari. Per questo ritengo che, oltre a proseguire nell’azione giudiziaria, sia indispensabile sviluppare la mobilitazione e la lotta affinché il Governo approvi il PIANO NAZIONALE AMIANTO (bloccato da oltre 2 anni) per realizzare la bonifica, l’eliminazione dell’amianto in tutto il Paese, in tutti i Comuni d’Italia, e perché ogni Regione approvi il Piano Regionale con programmi e scadenza precise di bonifica dell’amianto e di tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini.
Per perseguire lo stesso obiettivo il Parlamento deve contemporaneamente proseguire celermente l’esame ed approvazione delle proposte di legge sull’amianto – il cui iter è già avviato in Senato – al fine di apportare le necessarie modifiche e integrazioni alla Legge 257/1992.
È necessario che la mobilitazione abbia uno sviluppo sul piano politico e sindacale. Molti sono i processi in corso: ad esempio in Lombardia, dalla Pirelli alla Breda Termomeccanica, dall’Alfa Romeo all’Ansaldo di Legnano, alla Fibronit di Pavia e molti altri, per riferirsi solo a questo territorio.
Occorre rendere giustizia e non prescrivere le stragi di lavoratori e cittadini.
Antonio Pizzinato – Milano, 1 marzo 2015
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